La tristezza del ritorno, ovvero il “Blues del Viaggiatore”

Il ritorno da un viaggio è senza dubbio il momento più difficile per un Traveler, sia che si tratti di viaggi lunghi, giri del mondo o viaggi brevi.

La preparazione alla partenza è sempre entusiasmante, c’è l’eccitazione e l’aspettativa e queste sensazioni si amplificano a pochi giorni prima del viaggio ed esplodono quando si arriva finalmente a destinazione.

Ma… quando il viaggio sta per giungere a termine si inizia ad avvertire una sensazione strana, non è cosi’? Iniziano i pensieri  “oh mio Dio dopodomani si ritorna”, un senso di lieve tristezza, di “Blues” (mai parola fu più azzeccata) ci assale per poi culminare una volta ritornati.

Dopo ogni viaggio che ho fatto – breve o lungo – sapevo che, passati i primi giorni in cui c’è comunque un po’ di euforia data dal rivedere le persone care, dai racconti, dal “foto-show”, sarebbe stata difficile.

Normalmente la durata di questo periodo di semi-tristezza è proporzionale alla durata del viaggio, ma ci possono essere viaggi di breve durata ma di grande intensità che possono far aumentare questa malinconia. Insomma, tutto è relativo e personale.

IL LUNGO VIAGGIO

 

Come dicevo, possono essere viaggi brevi, di pausa dalla routine o dal lavoro, oppure possono essere viaggi a lungo termine alla cui base c’è spesso un elemento chiamato “fuga”. Questo elemento puo’ scaturire da una brutta rottura sentimentale, la perdita di un caro, un licenziamento/dimissione, la voglia di cambiare vita, una pressione troppo forte al lavoro ecc…
Se la voglia di partire è sempre stata “li” sarà probabilmente un elemento deflagrante che ci farà prendere la decisione di “spiccare il volo”.

fuga1

Dunque, se al momento della partenza avete a che fare con uno di questi casi, beh, il primo consiglio è di non perdere tempo e riflettere un po’ su che direzione dare alla vostra vita personale/professionale.

Ok, Ok, state partendo proprio per non dover pensare a nulla, godervi cio’ che il mondo ha da darvi, conoscere nuova gente ecc., ma fidatevi, quando tornerete, perchè prima o poi tornerete o vi fermerete da qualche parte, difficilmente troverete una situazione diversa da quella che avete lasciato: il lavoro – a meno che non abbiate preso un anno sabbatico – non ci sarà, la/il ex fidanzata/o probabilmente non vi penserà nemmeno più, e la vita che avete lasciato proprio per voltare pagina sarà sempre quella. Demoralizzante?? No, basta seguire qualche astuzia per tornare al meglio. Quindi, dopo i primi momenti necessari a “riprendersi” è utilissimo mettersi in moto per non trovarsi a stare peggio una volta ritornati.

IL VIAGGIO BREVE

 

Finalmente, le amatissime ferie, saluti a tutti, ci rivediamo tra un paio di settimane! E’ decisamente il momento migliore dell’anno di un lavoratore.felicità-in-vacanza Quelle due settimane che abbiamo organizzato in ogni particolare, in cui staccheremo la spina e ci rilasseremo in riva al mare o in qualche città dall’altra parte del mondo, alla scoperta, all’avventura…Due settimane intense, bellissime che vivremo appieno proprio perchè “ci sono solo quelle diamine!”… che poi inesorabilmente giungeranno al termine. Eh si. Già a un paio di giorni dalla fine del viaggio arriva quel pensiero malefico che ci riporta alla realtà e poi una volta a casa, ci si sente come ebeti a pensare che “solo ieri sera ero a mangiare vietnamita in quel ristorante a Singapore”.

Sia che si tratti del viaggio lungo che di quello corto, ecco una serie di “aiuti” per vivere al meglio il ritorno:

SIATE ATTIVI!

 

E’ senza dubbio il numero uno dei consigli.
Prendete appuntamenti se cercate di cambiare lavoro o avete avete bisogno di un lavoro. Fate sport o qualche attività fisica: si sa già che muoversi porta tante belle cose, e in piu’ aiuta ad alleviare lo stress, l’angoscia e a schiarirsi le idee. Trovate il tempo per approfondire un vostro interesse o passione, iniziate ad imparare una nuova lingua, fate dei corsi, leggete… Spesso le cose migliori nascono nei momenti in cui il morale non è al top, è risaputo. Ricercate la felicità nelle piccole cose!

USCITE!

 

Incontrate gli amici, mostrate loro le vostre foto (se sono 5000 magari fate una cernita…) raccontate con passione cio’ che avete visto o fatto “proprio cinque secondi prima di quello scatto”… fatevi invidiare… Ma che ve lo dico a fare, è la prassi no?

VIAGGIATE! …a casa vostra!

 

Non c’è bisogno di andare in capo al mondo per sentirsi in viaggio. Se potete, partite alla scoperta della vostra città (non la conoscerete mica tutta!), della vostra regione o di un’altra! E poi, noi italiani siamo fortunatissimi a vivere in un Paese cosi’ vario e meraviglioso, in cui ogni regione è un piccolo scrigno contenente tante diversità e bellezze, siete d’accordo?

PENSATE AL PROSSIMO VIAGGIO!

 

Anche se sapete che sarà solo di una o due settimane e magari non prima di 6 mesi, credetemi, è un aiuto formidabile. Cominciate a fare economia, anche simbolicamente, riflettete sulla possibile meta, leggete le informazioni del Paese, la storia, la cultura, guardate quanto costano i voli, gli hotel…

PROLUNGATE IL VIAGGIO!

 

Tramite le foto per esempio… scegliete le migliori, ordinatele e riguardatele insieme ai vostri parenti o amici. E se avete un blog di viaggi, raccontate e condividete le vostre esperienze ed emozioni con chi sa di cosa state parlando.

CIO’ CHE NON BISOGNA FARE

 

Non avere piani per il “dopo”.

Non fare nulla, chiudersi in casa: pessima idea, entro pochi giorni Madame depressione vi suonerà alla porta.

LE FASI

Come in ogni cosa, esistono le fasi. E ne passerete diverse al ritorno del viaggio.

Dapprima si è eccitati di ritornare, rivedere amici, parenti, cani e gatti. E’ normale, siete nel
prolungamento del viaggio.

Poi… il tempo passa, la routine s’insedia, i lati negativi dell’Italia riaffiorano… E’ il momento dell’insofferenza e dei pensieri malinconici.

Dopo arriva il Blues, ovvero una sorta di depressione (passatemi il termine) nessuno vi capisce, i pensieri del viaggio sono intrisi di tristezza e pensate a quanto stavate bene laggiù mentre qui…
Arriva la consapevolezza che il viaggioè finito – fini – game over.
Queste fasi sono piu’ o meno forti a seconda dell’intensità e della durata, e tutto è in relazione alla nostra personalità.

Infine, dopo qualche mese vi sarete riadattati alla società, un po’ come un mattoncino si incastra in un muro di Tetris.
Evviva la capacità di adattarsi, una delle migliori qualità dell’essere umano!

E voi avete altri consigli? Come vivete il ritorno da un viaggio? Avete mai provato un momento di Blues?

10 commenti su “La tristezza del ritorno, ovvero il “Blues del Viaggiatore”

  1. Mi ci ritrovo in questo interessante articolo.
    Aggiungo che a volte, anche nei viaggi più intensi, raggiungo la saturazione e desidero tornare a casa.
    Hai ragione, il momento blues può cominciare anche parecchio tempo dopo il ritorno a casa, quando la routine quotidiana diventa fastidiosa e i bei momenti dell’ultimo viaggio si riaffacciano prepotenti alla mente.
    Nicola

    "Mi piace"

    • CiaoNicola!
      Vero, alle volte si arriva al punto di voler tornare a casa… È capitato!
      E si, i ricordi e il blues possono tornare, spesso anche… Soprattutto se il viaggio è stato pieno e bello… Io combatto studiando nuove mete, è il mio metodo migliore!
      Viaggi molto Nicola?

      "Mi piace"

  2. Ma quanto mi piace quello che scrivi! Questo post sembra fatto per me…
    Sto ancora vivendo il blues (non avevo mai sentito questa espressione, ma mi piace mi piace mi piace!) del ritorno dalla Svezia dove sono stata 1 mese e mezzo.. E considera che sono tornata già da.. 3 settimane! Mi sa che sono nella fase post euforia, che è durata poco rispetto a questa. Spero di ritrovarmi presto nell’ultima!
    Ciao e aspetto il prossimo!
    Letizia

    "Mi piace"

    • Oh graziee!! Il tuo commento mi rende felice!
      Blues non è usato molto qui in Italia, l’avevo sentito la prima volta anni fa da un amico inglese e da allora lo uso anche io!
      Bella la Svezia, vorrei andarci ma per un motivo o per l’altro non riesco mai a metterla tra una delle prime tappe che vorrei visitare.. Mi scoraggia un po’ il fatto che sia molto cara. Un mese e mezzo? Uau! Posso chiederti come mai un tempo così lungo?

      "Mi piace"

  3. Pingback: Pensieri post ritorno: E ora, cosa si fa?! | Tintipatravels

  4. Ciao. Sì esattamente prima di tutto c’è il bello di rivedere le persone, i luoghi (che alla fine per quanto piccole le cose cambiate, tutto è alla fine lo stesso), poi si inizia a decidere che fare della propria vita (appunto per continuare a vivere)…ed è così che ho iniziato l’università. Dopo finalmente 6 mesi penso di essermi riadattata all’Italia. Ma la tristezza resta, anzi talvolta mi prende una malinconia assurda, pure mi sembra di soffocare in questo paese. Per quanto io cerchi di essere attiva (faccio anche palestra, esco fuori -specialmente per parlare ancora inglese ed incontrare persone che sono in viaggio in italia) sono ancora tanto, troppo malinconica. La realtà è che dopo quasi un anno e mezzo all’estero io sono cambiata. Troppo. Nemmeno i miei familiari e amici possono aiutarmi, non riescono a capire il mio continuo malessere. E qui, giorno dopo giorno mi sembra sempre più di essere in una realtà che non riesco più a capire: bigotti e maleducati imperversano. Appunto i problemi riaffiorano, pure quelli dello stato italiano ovviamente. Ciò che in realtà mi disturba di più è il fatto che non riesco più a vivere con la felicità che non mi aveva mai lasciato l’estero, nonostante i tantissimi problemi. E non solo con quella felicità ma specialmente con quell’attitudine di vivere che era ottimista e che avevo imparato, una migliore me. Ormai sono incastrata, studio per avere un lavoro all’estero che mi permetta di viaggiare, ma sembra costarmi troppo. Eppure cerco ancora in ogni modo di scappare. La monotonia mi uccide. Ho vinto una borsa erasmus…ma solo tra 8 mesi potrò ripartire. 8 mesi in cui dovrò continuare a non vivere. E a che prezzo?? Sto diventando anche più grigia e scontenta di sempre.
    Le ho provate tutte: esco, vado in palestra, leggo, ritrovo amici del mio viaggio, cerco di visitare l’Italia nei weekend liberi… ma sono sempre e solo momentanei momenti di allegria 😦
    Scusa…è stato uno sfogo. Ma volevo far conoscere un’altra realtà della tristezza del ritorno. Ed ecco la mia conclusione: è legittimo e naturale non sentirsi mai più a casa. È bene riconoscere che, a volte, “casa” non potrà più essere chiamata “casa”. E forse, pure, che non ci potrà essere casa per quelle persone che hanno vissuto e compreso tante, troppe realtà e vite..il prezzo di essere così ricchi di diverse conoscenze è non poter più sentirsi a casa solo in un luogo perché mancheranno in qualsiasi luogo troppe cose per sentirsi “bene”. Amo pensare che il mondo è la loro casa. Il mio problema è che devo ancora apprezzare questa parte di mondo.

    "Mi piace"

  5. io invece non ho mai nessuna voglia di tornare a casa, anche se sto via pochi giorni quella fase li mi manca sempre anzi mi piglia male già solo quando mancano pochi giorni se potessi vagabonderei a caso per il mondo senza meta, però io sono un po strambo, forse centra anche che non ho amici e non trovo lavoro e quindi so già che quando torno è una palla e poi divento pigro e sto a casa sul divano come faccio? Tra l’altro sono pure giovane ho 22 anni non sono fatto per condurre questa vita da pigro, però appena sono a casa mi adagio nella tranquillità e non ho voglia di fare niente, poi ho anche fallito l’università e non ho piani per il futuro cercando corsi o lavoro, è strano dirlo ma è come se fossi stufo di tutto, credo di essere nato apposta per girare il mondo, però è difficile riuscire più di una volta l’anno e gli altri giorni sono tutti uguali e monotoni come un robot, abituandomi va bene è passabile la vita, mettendo la marcia automatica e non pensandoci, però a volte mi sembra di scoppiare,stando sempre tra tv e computer e videogiochi. Grazi dei tuoi consigli però sono troppo svogliato, anche se mi accorgo che sto sbagliando ma non so bene cosa mi blocca, poi sono asociale però adesso ho fatto un viaggio di gruppo col pullman e andavo abbastanza d’accordo quindi non sono antipatico e poi ho paura dei legami stretti è difficile spiegarlo ma non mi va di avere amici o fidanzarmi, perchè poi ho paura che mi disturbano e invece io voglio stare sempre libero, e vedere sempre cose nuove e persone nuove, in modo che non mi rompo mai, poi una volta non so come facevo passavo le estati sempre nello stesso posto in montagna o al mare con le stesse persone, adesso dopo due giorni mi rompo già e vado via, chissà come mai sono diventato cosi strano e insofferente. Fatico molto a capirmi anche se penso sempre.

    "Mi piace"

  6. Eh si, sembra scritto per me. Sono appena tornata dalla Svezia, l’unico paese che fin’ora mi ha fatta sentire “a casa”…ed è proprio vero, nessuno ti capisce! Sembra il mio sia un capriccio, un’esagerazione…ma provassero loro la felicità di sentirsi a proprio agio per la prima volta dopo una vita da “pesce fuor d’acqua” in un paese che funziona così male, come l’Italia…sto provando “guarire” organizzando non solo il prossimo viaggio…ma il mio definitivo trasferimento nella terra dei vichinghi! So che ci vorrà almeno un anno, ma solo l’idea mi emoziona tantissimo e..aiuta! Dà speranza 🙂

    "Mi piace"

Lascia un commento