Pensieri post ritorno: E ora, cosa si fa?!

Sono seduta sul divano, tornata da poche ore da Roma, il viaggino del “ripiglio” come lo chiamo io e mi sento una strana sensazione addosso, quel malessere dato dall’incertezza sul “cosa viene dopo”?

Partendo con ordine, e lasciando momentaneamente gli sproloqui insensati sul mal de vivre post ritorno, c’è da dire che ad Ottobre sono partita per un viaggio stupendo di due settimane negli States. Bello, bellissimo. L’ho aspettato tanto, perchè quest’anno ho avuto un incidente a Febbraio e tra una cosa e l’altra sono rimasta a casa 4 mesi interi. Ovvio che poi tornando a lavorare non potevo certo dire “Hey io vado in ferie” subito.

Cosi’ ho aspettato. L’ho aspettato, pianificato e cominciato a sentire MIO. Sapevo sarebbe arrivato prima o poi e quindi mi godevo l’attesa leggendo guide, blog, forum, contattando i siti del Turismo delle varie città che avrei visto.. Insomma, gongolavo all’idea di partire, vedevo tutti tornare dalle loro vacanze mentre io ero nel mezzo dei miei sogni.
Nel frattempo ho prenotato anche un altro viaggetto per Roma, ad un mese esatto da quando sarei tornata dal “Grande Viaggio”, quasi per caso: ho trovato un paio di biglietti aerei a prezzi incomparabili e li ho presi pensando “tanto stanno li, se riesco vado, se non riesco ho perso 50 Euro”.

Che ve lo dico a fare, torno dal viaggio negli Stati Uniti e già comincio con la lagna interiore, quella insipida bavetta di tristezza e malinconia che sopraggiunge ad ogni viaggiatore quando ritorna in Patria. Malinconia che pero’, a differenza di altre volte, dura qualche giorno a dire la verità, perchè sapevo che sarei ripartita a breve.

Mi sono fatta qualche domanda sul perchè quando si torna da un viaggio si sia sempre tristi, già ne avevo parlato nel mio post “ La tristezza del ritorno, ovvero il Blues del Viaggiatore” e oltre a rendermi (nuovamente) consapevole del fatto che quando una cosa bella che hai vissuto e su cui hai lavorato tanto finisce è normale essere pervasi dalla bavetta di cui sopra, ho felicemente notato che se si sa “dove si va dopo” questa sensazione viene leggermente smorzata.

E poi il viaggio ti si attacca come una droga, ti fa scendere dall’aereo e pensare già “OK, ora dove andiamo??”
A voi non succede? A me cambia proprio la faccia, giuro, sembro un carlino sudato che aspetta il bocconcino di prosciutto. Tanto che chi è con me spesso mi dice “dai Eli, siamo appena arrivati, rilassati…”

Mi spiego: sono tornata da Roma, ci sono stata 5 giorni. Sono in uno stato vegetativo. L’unico spasmo di vita che ho avuto è stato cercare – quasi annoiata – qualche biglietto aereo per OVUNQUE. Mi sento come quando l’amica con cui facevo serate, giornate e telefonate si trasferisce a fanculandia e sai che ci sarà un vuoto. Che tendenzialmente non sai come riempire li per li.

Faro’ un po’ di psicologia spiccia, lo so, dicendo che è sempre bello sapere dove andare, cosa fare e bla bla bla, ma qui non conta.
Non conta perchè si puo’ partire volendo, quando si vuole, compatibilmente con la propria vita. Il punto è avere già la sicurezza di partire. Quella consapevolezza che ti fa stare tranquillo almeno fino al prossimo take off.

Penso a quando sono tornata da un anno in Erasmus in Francia e sono stata col malessere per quasi un anno. Ai tempi non viaggiavo come adesso, ero studentessa e se facevo un viaggetto all’anno era tanto. E mi ricordo di essere andata spedita come un fulmine all’ufficio di Mobilità Internazionale dell’Università di Genova a chiedere se ci fosse qualche altro progetto per partire e rivivere un’esperienza di questo genere, anche di minor durata, ma la risposta era stata un gelante NO. Ed è li che avrei tirato testate al muro, avrei voluto incontrare DOC con la sua Delorean per chiedergli di riportarmi indietro nel tempo. O anzi, in avanti.

Il punto è che non vorremmo mai che la ruota smettesse di girare. E’ giusto fermarsi, ma poi è ancora più giusto ripartire.

E scrivendo queste deliranti parole mi rendo conto che devo trovare una nuova meta, e alla svelta. Ho bisogno dell’adrenalina del click su “procedi all’acquisto” del biglietto aereo, ho bisogno di leggere di nuovi posti e di sognare di nuovo. Mi correggo con un “continuare a sognare”.

E’ cosi’ che comincia un nuovo viaggio.

6 commenti su “Pensieri post ritorno: E ora, cosa si fa?!

  1. Che belle parole. Io non viaggio come te e ad essere sincera non ho forse nemmeno un quarto della tua passione. Pero qualche viaggio l’ho fatto, anche molto lontano. Ed è dannatamente vero che quando torni pensi “e ora?”.. Beh regala per Natale a un’amica o al fidanzato un altro mini viaggio! 😃 mancano solo 23 giorni al pensare a dove andresti e ricominciare a sognare e pianificare! Bacioni!!!

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    • E c’hai ragione pure tu! Ho più di 20 giorni per programnare qualche bella scappatella per il mondo, meglio darsi da fare va! Ho una serie di indecisioni sulka meta che mi servirà un sacco di tempo per orientarmi!
      Un bacio a te Alice, grazie per il comnento!

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  2. Ti capisco 😀 io ormai mentre sono in viaggio penso al prossimo! Sono messa male!!! ahahhaha e più che altro ho proprio l’ansia da non aver nulla di prenotato…aiutoooo!

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  3. che strano ero convinta di avere scritto a suo tempo e passavo ‘solo’ per un breve saluto e per ringraziarti della tua presenza 🙂
    Però aggiungerò due righe sul viaggio e sul desiderio di andare
    Ho fatto ‘grandi viaggi’ quando non avevo varie palle al piede, leggi figlio e cane, e continuo a farne ora che il figlio è grande e si occupa del cane, Un viaggio all’anno certo il tempo che concede il lavoro. Eppure di tante terre suggestive nella nostra maltrattata penisola dcopri paesaggi e luci indescrivibili. La spiaggia dei Conigli in Sardegna, le rocce di Filicudi i nostri monti. Credimi Titti
    L’Italia è un gioiello e ancor più ci si incazza, lo dico, verso questi governi che non capisco di quale tesoro stiano mandando alle ortiche.

    Sheratiabbraccioe..buonviaggioancora

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  4. Pingback: Viaggiare è una passione divorante | Tintipatravels

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